Gennaio e febbraio sono mesi importanti per la stagione atletica che sta per arrivare. A chi non ha preparato la stagione di cross, ma pensa alla strada, questi sono i mesi che mettono un po’ di dubbi.

Meglio fare chilometri in vista di una mezza o una maratona oppure è meglio una più corta per capire il proprio stato di forma?

Io ritengo che la risposta sia una sola: fare entrambe le cose. Se l’inverno è stato programmato correttamente, in questi mesi si dovrebbe partecipare sia ad una gara di lunga distanza (da 18/20 fino a 30 km) da correre al ritmo della gara obiettivo o leggermente più veloce, sia una 10 km per verificare la propria resistenza alla velocità.

In mezzo a questo molti tecnici inseriscono il cross lungo, che a mio parere è importante, perché è una ottima palestra naturale che aiuta a variare spesso e volentieri ritmo, ampiezza di corsa, appoggi ecc…

Di gare ce ne sono davvero tante, a volte anche troppe (ma di questo è forse meglio parlarne altrove), ma l’importante è avere le idee chiare e non improvvisare in base a quanto propone il calendario, cosa che si può invece fare se non si è interessati a preparare qualcosa di specifico.

Meglio scegliere gare che abbiamo una misurazione pressoché corretta per avere dei riferimenti per capire se si sta correndo alla giusta andatura, punti ristoro posizionati in distanze ben precise (questo un po’ più difficile da trovare) in modo da abituarsi a bere mentre si è sotto sforzo simulando la mezza o la maratona.

Se invece si preferisce gareggiare tutte le domeniche, allora consiglio di adattare la gara all’allenamento che si ha in programma.

Ad esempio, se si è programmato un medio da 15/17 km e la domenica c’è la 10 km di turno, è meglio partire prima facendo come riscaldamento i 5/7 km, calcolando il tempo giusto per arrivare al via della 10 km; se invece in programma c’è un lungo lento di 20/25 km si può fare lo stesso procedimento senza però farsi prendere dall’agonismo durante i 10 km, in modo da poter poi continuare a fine gara fino al raggiungimento del chilometraggio stabilito senza andare in sovrallenamento, che richiederebbe un maggiore recupero.

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